domenica 28 dicembre 2008

Un fiume, tanti nomi

Cominciamo dalla spiegazione consueta: il fiume Tagliamento si chiamerebbe così perché il territorio che attraversa è - o almeno lo sarebbe stato in passato - ricco di alberi di Tiglio: Tilia era il nome latino dell'albero e Tiliaventum era un vecchio nome del fiume. Una spiegazione troppo semplicistica che - da biologo - non mi ha convinto dalla prima volta che l'ho letta.

Mi sembrava strano che un albero potesse determinare il nome di un fiume (e poi, quali altri esempi ci sono?) tanto più che i tigli non formano boschi puri nè crescono sulle sponde dei fiumi. Dovremmo avere semmai fiumi che prendono nome dal salice (Salix), dall'ontano (Alnus) o dal pioppo (Populus) ma nemmeno questo mi risulta. Ed è comprensibile, visto che ogni fiume nel suo tragitto incontra vari territori ognuno caratterizzato da boschi diversi man mano che dalla montagna scende nella pianura: prima di abete, poi di faggio, poi di querce...

E' più logico pensare che in un antico passato il Tagliamento - Tiliaventum si chiamasse diversamente e che nel passaggio tra i popoli che hanno abitato la zona e da una lingua all'altra, si sia perso il significato originario del nome, come succede per la maggior parte dei toponimi: nuove genti arrivano, imparano dagli indigeni come si chiama quel fiume, e poi storpiandolo un po' lo chiameranno allo stesso modo, senza approfondire perchè il fiume avesse quel nome. Oppure pensando che volesse dire altro rispetto al significato originario, sulla base del proprio e diverso vocabolario. E di genti diverse ne sono passate da quelle parti: paleolitici, neolitici (Euganei e Carni), Veneti, Romani, barbari quantomeno. Ma chissà quanti altri di cui ancora non si sa molto, e la cui presenza potrebbe essere ipotizzata studiando i toponimi.

Infatti nessun fiume ha avuto sempre lo stesso nome, inoltre uno stesso fiume poteva essere chiamato diversamente in regioni diverse del territorio attraversato. Il Tagliamento non fa eccezione ovviamente.

Ancora oggi, ad esempio, nella zona di San Vito al Tagliamento si dice "di qua dell'aghe" e "di là dell'aghe" , dove "l'aghe" sta per fiume. Nella zona di Spilinbergo, invece, può essere chiamato "grava" (ghiaia). Tutto questo è molto interessante, perchè ci ricorda che i nomi dei fiumi molto spesso nella lingua della popolazione originaria non significavano altro che acqua, fiume, sorgente, confine... molto spessso con l'aggiunta di un aggettivo: fiume paludoso, fiume che fa anse, fiume incassato, freddo, che scende dalla montagna, ecc.

In Carnia, cioè nel territorio a monte, il Tagliamento viene chiamato ancora oggi Tuliment: è un indizio molto interessante perchè, a differenza delle pianure che potevano essere facilmente occupate da nuovi invasori, le aree montane sono spesso delle roccaforti, anche culturali, linguistiche e genetiche, dove i nuovi arrivati hanno qualche difficoltà in più ad arrivare e magari non sono neppure interessati a farlo. Esempi del genere in Europa li abbiamo in Sardegna, nelle Alpi liguri, nel Caucaso. Possiamo quindi ben ipotizzare che Tuliment possa essere uno dei toponimi più antichi del Tagliamento.

A tal proposito riporto una curiosità, una leggenda tramandata a Forni di Sopra, comunità della Carnia che è sempre stata in lite con quella cadorina di Lorenzago, ubicata oltre lo spartiacque, per la fissazione del confine. Lite vinta da Lorenzago ma solo grazie ad un imbroglio. Ebbene, la famiglia di Forni di Sopra il cui rappresentante partecipò alla disfida si chiama Tarandans. Un nome che quando l'ho letto mi ha fatto sussultare, essendo un etimo che riporta all'attuale Turchia, da una regione della quale, la Paflagonia, il mito vuole che siano arrivati i Veneti.

Tiliaventum, Tiliavemptus, Tilavento, Tiliment, Tilimint, Tuliment, Taiament e ancora "L'aghe", Grava. Questi sono i nomi con i quali è stato chiamato il Tagliamento nei secoli, quelli noti quantomeno, essendo probabile che ve ne siano altri che non ci sono pervenuti o che non sono stato (ancora?) in grado di rintracciare: prego chi fosse a conoscenza di ulteriori nomi o varianti di scrivermi.

Ci sono poi alcuni fiumi della zona che potrebbero darci qualche indizio. Come il fiume Lemene, che potrebbe derivare da limen (confine in latino) e che potrebbe essere imparentato con Tul-Limen --> Tuliment. Va detto che il suffisso "tul" in antiche lingue del vicino oriente - come l'accadico e l'etrusco - significava confine...

Cercando sullo stradario De Agostini ho provato a rintracciare toponimi riconducibili al Tagliamento, facilitato dal fatto che sono davero pochi i toponimi del Nord Italia che iniziano per tul, tol, tel, tal, tagl, tegl... Questi toponimi spaziano dal Piemonte, alla Slovenia. Eccoli:

In Friuli abbiamo la cittadina di Tolmezzo innanzi tutto, mentre in Piemonte abbiamo Tollegno (vicino Biella). Con Tagl non ho trovato niente, invece Tegl è diffuso con Teglio Veneto (Portogruaro, al confine con il Friuli), Teglio (Val Tellina), Teglie (vicino Salò, sul Garda), Teglia (MS e NO) e c'è poi il torrente Teglia in Toscana vicino alla Liguria. Viene da pensare che Teglio, Teglie, Teglia possano essere una evoluzione causata da una parlata che tendeva a trasformare in gli la doppia l, come succede ancora nel dialetto veneto e nel francese.

Cercando del Tagliamento inevitabilmente sono finito a cercare di saperne di più sugli antichi Veneti, i cosiddetti Paleoveneti, che abitavano il Veneto e zone circostanti prima che venissero assimilati dai Romani. Così ho scoperto che ci sono diverse teorie e che gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti per provarle. Una di queste teorie sostiene che i popoli che i Romani chiamavano Veneti - in Bretagna, in Slovenia, in Anatolia e appunto nelle tre Venezie - erano in realtà diversi e assolutamente non imparentati. L'altra teoria sostiene l'opposto e cioè che precedentemente questi popoli occupassero un'area molto piu vasta, rimanendo poi isolati dall'espansione di altri popoli, presumibilmente Celti (Andres Paabo). C'è infine chi, partendo da questa teoria, sostiene che nell'attuale panorama linguistico europeo la lingua più affine all'antico venetico sia lo sloveno, tramite il quale si spiegano agevolmente molti imporanti toponimi dell'attuale Veneto. Vedi anche qui.

E' così che sono andato a guardare poco oltre confine, in Slovenia, dove ho trovato alcuni toponimi decisamente interessanti. Il paese di Tolmin, il piccolo abitato di Tolminski Lom, il paese di Tulisevica e infine... il fiume Tolminka, affluente dell'Isonzo. La parentela con Tuliment mi sembra evidente: resta da vedere che significa, cosa che mi riprometto di scoprire.

Va tenuto conto anche dell'idronimo Venta, fiume tra Lituania e Lettonia, anche questo in un territorio che in passato poteva essere stato abitato dagli antichi veneti. Seguendo questa pista, il nostro Tagliamento/Tiliaventa avrebbe potuto significare: confine dei Veneti.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ho avuto modo di interessarmi anch'io alla toponomastica friulana, a livello ultradilettantesco, e ho avuto l'impressione che troppo spesso si cerchi di risolvere il problema con la scappatoia del prediale o riferendosi a documenti antichi, che, come notato nel saggio, possono benissimo per varie ragioni aver completamente travisato l'etimo, e tutto ciò mi lascia poco convinto. Il riferimento allo Sloveno quale erede più simile all'antico Paleoveneto mi piace e supporta la mia impressione che diversi toponimi friulani abbiano simile origine (per es. Laipacco, Buia, Purgessimo, Grupignano, Remanzacco, Premariacco, oltre a molti altri di cui tale origine è riconosciuta). Finalmente un po' di pensiero divergente in un ambito in cui la sua assenza provoca solamente triste piattume!

Unknown ha detto...

Lo sloveno attuale è troppo recente per essere ricondotto al paleoveneto, è addirittura di un ceppo diverso della prima importante migrazione slava di cui abbiamo tuttora una parlata pressoché immutata nella Benecia, cioè nelle valli del Natisone. Ciò non toglie una probabile evoluzione dei toponimi e fluvionimi correlati a qualche migrazione. Non possiamo escludere, anzi sono sicuramente da valutare per le evidenze archeologiche, popolazioni di origine illirica quali Gepidi, Japigi, Liburni, Messapi tutti correlati con la cultura dei castellieri che in Friuli sono numerosi e secondi solo all'Istria/Croazia. Erano quelli i popoli protostorici prima di Veneti e Celti.